4 Durata del lavoro e conciliabilità tra vita professionale e privata

Ore di lavoro

Fonte: UST – Statistica del volume di lavoro (SVOL)

Tra il 2010 e il 2018 la durata effettiva del lavoro settimanale di un occupato a tempo pieno con un grado di occupazione del 100% è calata di 28 minuti arrivando a 41,5 ore. Con una media di 18,3 ore a settimana, i lavoratori a tempo parziale lavorano nettamente meno, tuttavia, tra il 2010 e il 2018 il loro tempo di lavoro è aumentato di 35 minuti.


Lavoro a tempo parziale e sottoccupazione

Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS)

Nel 2° trimestre 2018, il 37,4% degli occupati lavorava a tempo parziale grado di occupazione inferiore al 90% . La percentuale degli occupati a tempo parziale è aumentata di 4,2 punti percentuali rispetto al 2° trimestre del 2008. Tuttavia l’occupazione a tempo parziale non è sempre volontaria. Nel 2018, il 9,0% degli occupati a tempo parziale e il 3,4% degli occupati lavoravano a tempo parziale contro la loro volontà.

La sottoccupazione rappresenta un indicatore complementare per misurare la carenza di lavoro. Il tasso di sottoccupazione esprime la quota di persone attive che, pur avendo un impiego a tempo parziale, vorrebbero lavorare di più e sarebbero disposti entro tre mesi ad accettare un grado di occupazione più alto. Negli ultimi dieci anni, il tasso di sottoccupazione è aumentato di 0,9 punti percentuali, raggiungendo il 7,3%. Tale quota, però, non ha subito un aumento costante, bensì è stata soggetta ad alcune fluttuazioni. Il valore più basso è stato rilevato nel 2° trimestre del 2010 (6,0%), mentre quello più alto è stato quello del 2° trimestre 2016 (7,5%). Il 53,4% dei sottoccupati desidera aumentare il grado d’occupazione pur continuando a lavorare a tempo parziale, mentre il restante 46,6% preferirebbe lavorare a tempo pieno.


Plurioccupazione

Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS)

La plurioccupazione è un fenomeno riconducibile a varie ragioni, come l’impossibilità di trovare un posto con il grado di occupazione auspicato, necessità finanziarie o un interesse personale. Nel 2° trimestre del 2018, l’8,0% degli occupati ha svolto più di una professione (358 000 persone). Dieci anni prima tale quota era del 7,6%. Nel periodo in esame, il valore più basso è stato rilevato nel 2° trimestre 2011 (6,7%) dopo il quale si è assistito a un’inversione di tendenza.

Il 26,2% delle persone con più di un lavoro abbina un’attività principale a tempo pieno con una secondaria a tempo parziale. Il grado di occupazione medio complessivo di questi occupati è del 117%.


Orari di lavoro atipici

Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS)

Tra il 2010 e il 2018, la percentuale di occupati con orari di lavoro atipici è diminuita occupati senza apprendisti : Nonostante il maggior calo sia stato rilevato per il lavoro di sabato (–2,8 punti percentuali), un occupato su cinque lavora ancora in tale giorno (19,7%). Con il 16,8%, anche il lavoro di sera lavoro di sera = dalle ore 19 alle 24 è molto diffuso (–0,4 punti percentuali rispetto al 2010), seguito dal lavoro di domenica (10,2%; 2010: 11,3%). Il 4,7% degli occupati lavora regolarmente di notte lavoro di notte = dalle ore 24 alle 6 (–0,6 punti percentuali rispetto al 2010).

Dal 2010 al 2018 il lavoro su chiamata è leggermente diminuito (–0,2 punti percentuali, passando al 5,4%). Il 39,1% di questi lavoratori dipendenti ha un minimo di ore di lavoro garantite.

Tra il 2010 e il 2018 gli orari di lavoro flessibili hanno acquisito importanza. La percentuale di lavoratori dipendenti con orari di lavoro flessibili è infatti aumentata, passando dal 40,9 al 45,2%.


Partecipazione alla vita lavorativa delle madri

Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS)

Delle madri di età compresa tra i 25 e i 54 anni con figlio più giovane al di sotto dei 15 anni quelle che più spesso esercitano un’attività lavorativa sono le madri che vivono da sole e il cui figlio più giovane ha tra i 7 e i 14 anni (2018: 81,4%). Tuttavia, in dieci anni il loro tasso di occupazione è sceso di 5,8 punti percentuali, avvicinandosi così a quello delle madri con partner e figlio più giovane tra i 7 e i 14 anni (79,9%; +1,6 punti percentuali rispetto al 2008). Al contrario, si osserva un netto aumento di +6,7 punti percentuali tra le madri con partner e con il figlio più giovane di età inferiore ai 7 anni (2018: 72,9%). Rispetto a tali tassi, quello di tutte le donne occupate di età compresa tra i 25 e i 54 anni era dell’81,8%, il che corrisponde ad un aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2008.

Nel 2008 la differenza tra il tasso di occupazione delle madri con figlio più giovane al di sotto dei 7 anni e quella dei padri con lo stesso profilo era di 29,5 punti percentuali (madri: 67,1%; padri: 96,5%). mentre dieci anni dopo si attestava a 22,1 punti percentuali (madri: 73,0%; padri: 95,2%).


Lavoro a domicilio

Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS)

Nel 2018 il 28,0% dei lavoratori dipendenti ha svolto un lavoro a domicilio senza apprendisti . Il 2,4% dei dipendenti ha esercitato la propria attività da casa, vale a dire almeno il 50% delle ore di lavoro, e un altro 25,6% lo ha fatto per meno del 50% delle ore di lavoro: l’11,3% lavora regolarmente da casa, e il 14,3% lo fa occasionalmente. Il 20,8% dei lavoratori indipendenti lavora nella propria abitazione, almeno per la metà delle ore di lavoro.


Tempo di percorrenza per il tragitto casa-lavoro

Fonte: UST – Rilevazione strutturale (RS)

Nel 2017 i due terzi degli occupati hanno fatto i pendolari per al massimo 30 minuti (da 0 a 15 minuti: 34,6%; da 16 a 30 minuti: 31,8%). Quasi una persona su dieci ha impiegato oltre 60 minuti per il tragitto casa-lavoro. Rispetto al 2010, i tempi impiegati per i tragitti casa-lavoro di media lunghezza sono aumentati (da 16 a 30 minuti: +1,2 punti percentuali; da 31 a 60 minuti: +2,9 punti percentuali). La quota di occupati che ha impiegato da 0 a 15 minuti per il tragitto casa-lavoro è invece diminuita di 3,1 punti percentuali.


Indennità di perdita di guadagno in caso di maternità

In Svizzera l’indennità di maternità è sancita nella «Legge federale sulle indennità di perdita di guadagno per chi presta servizio e in caso di maternità», Legge sulle indennità di perdita di guadagno (LIPG), RS numero 834.1 entrata in vigore il 1° luglio 2005. Viene versata sotto forma di indennità giornaliere pari all’80% del reddito da lavoro medio. Il congedo maternità definito per legge è di 14 settimane.

Flessibilità sul lavoro per motivi familiari

Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS), modulo ­«Conciliazione tra vita professionale e familiare»

La possibilità di adeguare in caso di necessità gli orari di lavoro a responsabilità familiari contribuisce a una maggiore conciliabilità tra vita professionale e privata. Nel 2018 il 68,5% dei lavoratori dipendenti che accudiva regolarmente dei figli o altri familiari adulti ha avuto la possibilità di spostare di almeno un’ora l’inizio e la fine del lavoro per motivi familiari dai 18 ai 64 anniDomanda: «Ha la possibilità di spostare di almeno un’ora l’inizio e/o la fine dell’orario di lavoro?». . Circa la metà di loro è riuscita a organizzare il proprio orario di lavoro in modo tale da assentarsi giornate intere per motivi familiari senza attingere dalle vacanze (51,2%) dai 18 ai 64 anni Domanda: «Può organizzare l’orario di lavoro in modo da assentarsi giornate intere per motivi familiari senza attingere dalle vacanze?» .

Condizionamento della vita privata da parte del lavoro

Fonte: UST – Indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC)

Nel 2017 una piccola parte degli occupati sentiva che la propria vita privata era fortemente condizionata dal lavoro che svolgeva. Su una scala da 0 (nessun condizionamento) a 10 (condizionamento della vita privata molto forte) il 12,0% degli occupati ha risposto con un valore da 8 a 10 Domanda: «In quale misura le Sue attività professionali la allontanano, più di quanto desidera, dalle Sue attività private e dai Suoi obblighi familiari, se 0 significa ‹per niente› e 10 ‹moltissimo›?» . Nel 2007 la stessa quota si attestava al 13,4%, il che corrisponde ad un calo di 1,5 punti percentuali in dieci anni.